Il Papa: la famiglia non è mai stata così attaccata – 28.10.2014

Pubblicato giorno 28 Ottobre 2014 - Chiesa universale, In home page, Papa Francesco

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Il Papa: la famiglia non è mai stata così attaccata

Bergoglio ha incontrato il movimento di Schoenstatt e ha risposto ad alcune domande. “Ma una chiesa che non esce – ha ammonito – rischia di essere un gruppo di `parrucchieri spirituali´”

«Penso che sia una cosa molto triste e dolorosa, il fatto che la famiglia, la famiglia cristiana, la famiglia e il matrimonio non è stata mai attaccata come ora, direttamente o indirettamente». Parole pronunciate da papa Bergoglio rispondendo, in spagnolo, ad alcune domande di fedeli argentini durante l’udienza con circa 7.500 membri del movimento tedesco di Schoenstatt (qui sul Sismografo la trascrizione integrale delle risposte a cura della Radio Vaticana), in occasione dei cento anni dalla fondazione. All’udienza, nella aula Paolo VI in Vaticano, c’erano anche il cardinale Walter Kasper e il cardinale Stanislaw Rylko. Francesco, che si è trattenuto per quasi due ore con gli esponenti del movimento, ha risposto a cinque domande. Il Papa ha sempre parlato in spagnolo, nella versione argentina, e dopo aver risposto a tutte le domande, si è trattenuto a salutare cardinali e fedeli.

 «La famiglia è colpita, – ha osservato papa Francesco in risposta alla prima domanda rivoltagli da una coppia – quante famiglie colpite, quanti matrimoni falliti, quanto relativismo nella concezione del sacramento del matrimonio». Lo vediamo, ha osservato il Pontefice, «sia dal punto di vista sociologico, che dal punto di vista del sacramento cristiano. È chiaro – ha aggiunto – che possiamo fare tanti discorsi e dichiarazioni di principio, ma la pastorale per i matrimoni in difficoltà deve essere corpo a corpo, accompagnare, questo significa perdere tempo, e grande maestro del perdere tempo è Gesù: accompagnare, insegnare, curare le ferite», «camminare insieme».

 «Il sacramento del matrimonio – ha proseguito – è un baluardo, ma si può incoscientemente ridurre il sacramento a rito». «`Ma perché non vi sposate se convivete?´, `Non abbiamo soldi´, ecco, il sociale come l’aspetto principale del matrimonio». Papa Francesco ha invitato a camminare accanto a queste situazioni, e ha tra l’altro raccontato il caso di matrimoni civili celebrati a un’ora, negli uffici civili, e subito dopo in parrocchia per il sacramento. «È un esempio – ha detto – di un tentativo di facilitare». Oltre a facilitare, occorre «preparare: non si può preparare al matrimonio con due incontri, con due conferenze, è un peccato di omissione da parte nostra, la preparazione al matrimonio richiede tempo e accompagnamento. Molti – ha sottolineato – non sanno quello che fanno e si sposano senza sapere cosa significa la condizione e cosa promette».

A questo punto il Papa ha citato la «cultura del provvisorio, che stiamo vivendo, non solo nella famiglia» e ha esortato a «non scandalizzarsi di nulla di ciò che accade nelle famiglie, i drammi familiari, le difficoltà». Ha ricordato il sinodo recentemente concluso e la domanda «di un vescovo: `sono coscienti i pastori di quello che soffre un figlio quando i genitori si separano?´». «I figli, – ha raccomandato papa Bergoglio – i figli, accompagnare i figli, e i figli dei separati».

Sulla «cultura del provvisorio» il Papa è tornato anche in riposta a una ulteriore domanda, spiegando che la «cultura del provvisorio è una cultura di distruzione del vincolo», e un sintomo della «incapacità di stringere alleanze».

«La divisione – ha affermato Francesco – è la prima arma del Demonio, che esiste e agisce edificando il tempio del `disincontro´». «Al `disincontro´ dobbiamo opporre la `cultura dell’incontro´, che è una cultura dell’alleanza», ha esortato Francesco citando così la grande intuizione del movimento Schoenstatt, che è l’Alleanza degli uomini con la Vergine Maria.

«La cultura dell’Alleanza crea – ha spiegato Bergoglio – la solidarietà, che è una parola `morta´ nelle lingue vive, perché non si deve mai pronunciare. Solidarietà è la creazione di vincoli, non la loro distruzione. La cultura del provvisorio – invece – li distrugge, distrugge ad esempio il vincolo familiare. Stiamo vivendo una cultura che distrugge questo». «Nell’Eucaristia – ha ricordato il Papa – celebriamo la rinnovazione dell’Alleanza, non solo nascostamente ma in maniera reale. Lo stesso è la confessione. Invece lo sparlare, la calunnia, sono gli elementi della divisione». Di tutto questo, il Pontefice ha indicato le ricadute pastorali: «quando in un cammino il centro è Gesu Cristo allora si va avanti nella direzione giusta. Se pongo me stesso, il mio cammino o il mio metodo pastorale, allora è tutto decentrato: vivo un carisma decentrato». Invece «al centro sta il Signore».

Quindi rispondendo alla domanda di una famiglia che lo interpellava sul ruolo di testimonianza delle famiglie cristiane, il Pontefice osservava: «Voglio ripetere una frase di papa Benedetto XVI: `la chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione´, la attrazione dei testimoni, il primo concetto è la testimonianza, vivere in un modo che gli altri vogliono vivere come noi». Francesco ha poi ricordato che il «protocollo» di comportamento di ogni cristiano è il capitolo 25 di Matteo, per la parte in cui si descrive in base a cosa saremo giudicati. Papa Francesco ha sollecitato anche alle famiglie un «lavoro di promozione, di educazione», essere «testimoni di vita: mi proclamo cristiano e vivo come un pagano?, ha chiesto.

Qaunto al fatto che lo definiscono il «papa rivoluzionario», Francesco ha notato che «`ecclesia semper reformanda´ lo dicevano i primi padri della Chiesa». E la prima rivoluzione, ha detto il Papa, «la prima cosa è la santità: rinnovare la chiesa è una vita di santità, non è un cambio qui un cambio là, lo è perché la vita sempre cambia, ma il rinnovamento è la santità, rinnovando la curia, sono rinnovamenti esterni, rinnovamento del cuore, non c’è altro prima della santità».

Il Pontefice si è anche soffermato sulla questione delle convivenze. «Oggi – ha sottolineato Francesco – esistono convivenze part time: nuove forme limitanti e totalmente distruttive e per questo che abbiamo tante separazioni, proprio per questo la chiave di tutto sta nell’accompagnare senza fare proselitismo. Una parola oggi, un’azione domani, per far acquisire consapevolezza ai giovani».

«I giovani non si sposano, ma restano sempre più nella propria casa da fidanzati». Per dimostrare ciò che dice, il Papa ricorda un aneddoto della sua vita pastorale a Buenos Aires. « Una mamma mi diceva `Cosa posso fare che mio figlio si sposi?´, `ha la fidanzata signora? Se ha la fidanzata e non si sposa allora non gli stiri più le camicie e vedrà´».

Bergoglio ha criticato la «mondanità spirituale», il fatto che «tutti hanno problemi, ma non sempre diamo buona testimonianza, stiamo chiusi nei nostri problemi, che ci tolgono la capacità di alzarci, di andare in missione, che – ha spiegato – non è proselitismo, è accompagnare, condividere». Una chiesa che non esce, ha ammonito, «una Chiesa, un movimento, una parrocchia, che non esce rischia di essere un gruppo di `parrucchieri spirituali´», ha detto (alludendo, forse, al modo superficiale con cui si affrontano i problemi, riducendoli a pure chiacchiere, ndr).

La missione, ha ribadito a più riprese, vuole «una chiesa in cammino e in uscita», che non ceda alla «stanchezza, e all’affaticamento», «Al primo sintomo di affaticamento – ha suggerito il Pontefice – chiediamoci: `cosa mi sta succedendo? Vivo egoisticamente? Sono incoerente?´».

Papa Francesco ha infine rimarcato la necessità di una chiesa «in cammino, camminante non errante», ha detto, spiegando che errare vuol dire «avvitarsi su se stessi»: «non si esce in missione arrotolandosi su se stessi, in un labirinto».

Fonte: http://www.lastampa.it/2014/10/25/vaticaninsider/ita/vaticano/il-papa-la-famiglia-non-mai-stata-cos-attaccata-B3Z0Zh8NHUCSAeSGedYlqM/pagina.html

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